Dove c’è una torre, c’è un castello e dove c’è un castello, c’è?

foto 1
GUARDASONE
Queste foto, scattate a Castione De Baratti rappresentano i paesaggi che ho la fortuna di ammirare dalla finestra di casa mia, se zoomate sulla collina in fondo, vedrete un puntino; quel puntino è la torre di Guardasone chiamata “Guardiola”.

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Il mio intento era questo: immortalare quel puntino in primavera (foto 1), al tramonto (foto 2) la torre con l’arcobaleno(foto3), immersa nella nebbia (foto4) ed infine incorniciata da rametti colmi di neve (foto5), vi chiederete perché quei ruderi lontani suscitino in me così tanto interesse??

foto 3
Perché tutte le volte che la guardo penso sempre alla stessa cosa: com’è possibile che in quel luogo attualmente conosciuto a pochi e abitato da 170 anime, apparentemente luogo tranquillo sia stato teatro di lotte, cruente battaglie ed eventi di ogni genere?! Ho detto apparentemente tranquillo non a caso perché dove c’è una torre, c’è un castello e dove c’è un castello, c’è?
Un fantasma!
Tra i cespugli ed alberi del bosco, intorno alla Guardiola nelle notti ventose e senza luna si dice si aggiri un fantasma! Di chi lo scoprirete più avanti nel mio racconto.
In poche righe ho già citato un castello, una torre ed un fantasma!

foto 4

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Andiamo per gradi…
Innanzitutto lo stesso nome sembra un enigma: Guardasone da ”guardasò” ossia guardava giù, dall’alto della collina e dall’alto della suo lignaggio, verso Traversetolo un tempo piccolo villaggio di contadini, oppure” Guardaxonis”, guardia degli Attoni, in quanto il castello, edificato nel X sec a presidio del guado sul torrente Enza dalla famiglia Baratti dei conti Canossa, cugini degli Attoni?
In effetti dalla collina sono ben visibili i castelli matildici di Canossa, Rossena con la torre Rossenella, in più da Guardasone era probabilmente possibile la comunicazione a vista con il castello Scalocchio di Castione Baratti (di cui non v’è n’è più traccia purtroppo…). Ciò che si sa per certo è che il primo documento che attesta la presenza di un “castrum signorile in curte Guardasoni” risale al 1165.
Ho citato “lotte e cruente battaglie” perché il castello di Guardasone fu effettivamente teatro di cruente battaglie nel periodo delle lotte tra Guelfi (Parma e i suoi sostenitori) e Ghibellini (Baratti del ramo “Neri” e loro sostenitori). Cito di seguito due eventi tra i più famosi.
“Quasi” tutti i parmigiani sanno che “Vittoria” era il nome dato all’accampamento delle milizie di Federico II di Svevia che per lunghi mesi cercarono di assaltare Parma filopapale, e “quasi” tutti sanno che questo nome non fu di buon auspicio a Federico II : nel 1248 l’accampamento fu distrutto dall’esercito parmigiano e Federico II di Svevia fu costretto alla fuga. Che gran “ Vittoria” per Parma ! Non tutti sanno “forse” che il figlio di Federico II, Re Enzo non si arrese subito, si allontanò da Parma e nell’attesa di rinforzi si rifugiò dove? A Guardasone!
Da lì fu successivamente cacciato sempre dalle milizie parmigiane.
Nel 1293 l’esercito parmigiano tornò di nuovo ad assaltare il castello con più di mille soldati per riportare all’ordine i Baratti ghibellini che imponevano la propria resistenza e ne rivendicavano il possesso.
Il castello venne così più volte distrutto e più volte ricostruito e furono diversi i feudatari che divennero Signori di Guardasone.
Tra questi, Azzo Da Correggio che divenne Signore di Guardasone nel 1341, non solo bellissimo e robusto tanto da essere chiamato “piede di bronzo” ma anche brillante e capace: trasformò per prima cosa il castello in residenza signorile e fece costruire la mia amata torre Guardiola ovvero il puntino sulla collina, talmente bella e imponente che Francesco Petrarca, ospite dell’amico Azzo nell’estate dello stesso anno le dedicò i seguenti versi:
“Io torre edificata da mano vittoriosa, inespugnabile per postura, m’innalzo alle stelle, mirabile dentro e fuori, splendore di Correggio, il belli e potente Azzo, del qual principe Parma risplende.
L’amico visitandomi goda, il nemico ne tremi e impari a sottomettere il collo al giogo e venire a patti”.
Questo fu un periodo prospero e glorioso per Guardasone, Azzo fortificò le mura, rese il castello forte ed inespugnabile e vi si trasferì con tutta la famiglia e la corte. Illustri personaggi come il letterato Moggio de Moggi, maestro del figlio di Azzo e il già citato Francesco Petrarca soggiornarono nel castello, passeggiarono tra le vie del borgo e scrissero alcune tra le loro opere più famose.
In questa fase di grande prosperità culturale Guardasone si distingue anche per lo sviluppo agricolo e la produzione di vino, il dolcissimo vino vermiglio del colle di Guardasone inizia ad essere esportato alla corte dei Gonzaga di Mantova e ad allietare le loro mense principesche.
Ma veniamo al Signore più crudele che la storia locale possa ricordare:
Ottobono Terzi ! “Bono” in senso ironico perché il racconto di ciò che fece non ha nulla di buono…
Ottobono Terzi governò tra il 1402 e il 1409 con regime di terrore!
Ottobono fece uccidere 170 tra contadini e cittadini perché sospettati di parteggiare con i Rossi contro di lui. Ma l’evento più cruento successe l’8 agosto 1408: Ottobono invitò 65 contadini all’interno delle mura del castello con la scusa di avere importanti notizie da trasmettere, una volta dentro, furono chiuse le porte e ai 65 contadini fu mozzata la testa, perché sospettati di complottare alle sue spalle con i Pallavicino.
La vendetta non si fece attendere, Ottobono fu chiamato con l’inganno a Modena e lì ad attenderlo i suoi nemici insieme ai famigliari delle vittime sacrificate, che a loro volta mozzarono a lui la testa e trascinandolo lungo le strade della città se ne spartirono i brandelli!
Ed ecco che arriviamo al fantasma…nelle notti ventose e senza luna a Guardasone potreste sentire strani rumori come il tintinnio di un’armatura o lo strusciare di una spada: che sia l’anima perduta di Ottobono che vaga per il bosco in cerca di coloro che l’hanno tradito? O che sia il suo spirito alla ricerca dei propri affetti lasciati a Guardasone stanco della tanta crudeltà dispensata in vita?
Per anni continuarono le lotte tra le illustri famiglie di Parma che si contendevano il feudo di Guardasone. Nel 1466 è la volta della famiglia Borromeo di Milano che nel 1545 giurarono fedeltà ai Farnese, duchi di Parma e Piacenza e rimasero feudatari di Guardasone fino alla all’epoca della soppressione dei feudi e oltre, fino a tutto l’800 quando piano piano tutti i loro possedimenti nel territorio furono alienati.
Ma è nel 1558 che la gloria di Guardasone volge al termine: il castello di nuovo si trova al centro di un conflitto, questa volta è il duca d’Este che con i suoi 4000 fanti e 4 cannoni da batteria conquista prima San Polo poi guada il fiume e occupa il castello di Guardasone alla volta di Parma. Non furono però i cannoni estensi a distruggere la Guardiola e danneggiare irreparabilmente il castello abbandonati dagli estensi in fuga, bensì quelli del Duca Ottavio Farnese, forse per evitare che il nemico potesse tornare ad occuparli o forse semplicemente per provare la potenza delle nuove armi .Ironia della sorte il comandante che diede l’ordine di demolire le mura e i salienti della torre fu il comandante d’artiglieria Rondani, discendente dell’attuale proprietario del castello !
Il castello fu in parte recuperato ed ora è di proprietà dell’avvocato Rondani insieme alla Guardiola di cui ne sono rimasti pochi ruderi, il puntino sulla collina….
Piano piano gli abitanti hanno iniziato a scendere dalla collina e cercare nuova fortuna nel centro prospero di Traversetolo dove dalla fine del ‘700 esisteva già un grande mercato “tutti i mercoledì dell’anno” che attirava gente da ogni dove.
Traversetolo è così diventato un grande paese che conta ora 9555 abitanti con un grande mercato ora domenicale e Guardasone un piccolo borgo di 170 abitanti ma con una grande storia che vorrei raccontare come un film d’avventura e con tutto l’entusiasmo che avete trovate in queste poche righe e se solo un pochino ho stuzzicato l’interesse di qualcuno mi ritengo soddisfatta, perché Guardasone torni forte e potente almeno nell’immaginazione di tutti coloro che vorranno seguirmi nell’avventura del mio racconto !
L’itinerario che propongo parte da Oinoe, la città del vino, un’azienda vinicola che porta avanti la tradizione dei vini locali, con passione e tecniche moderne attente all’ambiente e alla sostenibilità, e tra filari di Malvasia e Lambrusco c’immergeremo nel passato ed avrà inizio il racconto di Guardasone e la Guardiola.
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