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Il Trionfo della sapienza

Ci troviamo nella sala del teatro Regio, ancora chiusa e libera dalle file di poltrone che solitamente si trovano nelle platee, misura adottata per i concerti realizzati in streaming. La pandemia è stata una scure importante anche per i teatri che si sono adeguati con difficoltà alla situazione. Sala vuota quindi e un’eco da brividi…ma le decorazioni, gli ornati lucenti creati dal Magnani e i velluti caldi e avvolgenti continuano a risplendere davanti a me.

Si respira ancora arte e fermento assieme alla speranza di una tanto attesa riapertura. Oggi durante l’ennesima intervista per cercare di diffondere messaggi culturali (stiamo facendo ormai solo quelle) è stato calato il sipario storico. Il capolavoro di Giovanni Battista Borghesi “Il trionfo della sapienza” è stato realizzato nel 1829, quando la sala era ancora blu e oro per celebrare i colori degli Asburgo e la Duchessa austriaca. E allora mi piacerebbe farvelo conoscere, così come l’ho conosciuto io, in tutto il suo valore e significato!


Il TRIONFO DELLA SAPIENZA, meravigliò ed emozionò da subito il pubblico che assistette all’inaugurazione del Nuovo Teatro Ducale; un’inaugurazione tanto attesa quanto movimentata, per il dissenso verso l’opera “Zaira”, commissionata per l’occasione a Vincenzo Bellini.
Committente e principale artefice fu proprio Maria Luigia che volle prima la costruzione del suo teatro e poi un sipario a lei dedicato!
E’ una grande tela dipinta a tempera che misura m 10,50 di altezza e m. 14,50 di larghezza e rappresenta in chiave mitologica un’allegoria di carattere celebrativo, che elogia Maria Luigia e il suo governo.
Dei, eroi, ninfe, satiri, muse si radunano sul monte Parnaso per raccontarsi. Sul lato destro Minerva la dea della sapienza in trono, vestita di azzurro, le cui sembianze richiamano idealmente e volutamente quelle di Maria Luigia è attorniata dalle allegorie dell’Abbondanza, della Giustizia e della Pace, simboli che caratterizzano il suo buon governo; sullo sfondo nel cielo, una ghirlanda evanescente di fanciulle testimonia il volo delle ore e simboleggia l’eternità del tempo, una chiara glorificazione alla continuità del ducato.
Sfuma dietro Minerva un corteo di musici e cantori, omaggio riconoscente di un popolo che lei guida e com’ella amante della musica.
Sotto in lontananza sfumata dai vapori dell’alba il profilo della città di Tebe.

 


“Il Trionfo della Sapienza” Giovanni Battista Borghesi 1829 – Teatro Regio di Parma



Particolare Minerva dea della Sapienza- allegorie della pace, giustizia, abbondanza, Ercole e Dejanira

 

La parte sinistra del dipinto è un vero e proprio tributo alle arti; l’ambientazione cambia e in un bosco idilliaco riconosciamo Apollo Dio del sole e di tutte le arti protagonista principale che sta suonando la lira. Alle spalle del Dio, gioiose volteggiano le tre Grazie, a rappresentare la danza nei loro verdi veli cangianti, che richiamano i colori della natura circostante. Sulla destra riconosciamo attraverso pennellate sfumate i grandi spiriti dell’umanesimo e della poesia: Pindaro, Ovidio, Omero, Virgilio e Dante.
Nascosto dietro un albero, il satiro Marsia, sconfitto da Apollo in una gara di flauto, osserva la scena rancoroso.
In basso a sinistra, quanto mai significative e simboliche, sono gli sguardi familiari delle muse della scena teatrale: Talia, vestita di azzurro rappresenta la commedia; la solenne Melpomene vestita di rosso, evoca il sangue della tragedia, ed Euterpe sinuosa e danzante in giallo e rosso è la musica.
Al centro del sipario un pegaso indomabile e scalpitante si eleva prorompente verso il pubblico, a consegnare il messaggio del Borghesi che ci esorta all’impegno culturale.
Il sipario per i suoi contenuti pregni di significato e per il suo valore artistico ebbe un’eco vastissima, infatti attraverso recenti studi e ricerche siamo riusciti a ritrovare una copia dipinta nel 1904 da Giuseppe Carmignani pittore e scenografo parmigiano per il teatro del Circulo di Rosario in Argentina, intitolata “El triunfo della Sabiduria” tutt’ora visibile.
Conservata invece nel teatro Giovanni Rinaldi di Reggiolo a pochi chilometri da Parma si è scoperta un’altra copia molto interessante oggi in fase di restauro e probabilmente dipinta verso il 1838 non da Borghesi come si è creduto in primo momento, ma da un noto pittore emiliano proveniente dalla famiglia d’arte dei Martini. Altri studi ci porteranno a nuove e interessanti scoperte che non mancherò di comunicare.

Il sipario si è conservato nel tempo grazie all’intervento di diversi restauri, ma anche grazie alla scrupolosa cura del personale del teatro che l’ ha mantenuto sempre appeso e disteso per evitare la formazione di pieghe o crepe sulla superficie pittorica e questo è stato un ottimo modo per tutelare l’opera.

Per chi volesse ammirare l’ opera nella sua totale bellezza, può fare una visita guidata al teatro Regio di Parma, poiché il sipario è ancora oggi utilizzato come fondale per concerti e viene spesso esposto al pubblico.

 


“El triunfo della sabiduria” 1904 Giuseppe Carmignani Teatro del Circulo Rosario. Argentina



“Il trionfo di Pallade” 1838 Martini- Teatro Giovanni Rinaldi Reggiolo

Tags: ARTE, teatro regio, VISITE GUIDATE