
Matilde di Canossa e il Castello di Rossena
Andare a Canossa è un detto tradotto in tutte le lingue, che si è tramandato dal Medioevo ai giorni nostri: significa umiliarsi per chiedere perdono, come fece l’imperatore Enrico IV, scomunicato dal Papa Gregorio VIII durante la difficile lotta per le investiture. Enrico IV,
giunto al castello di Canossa il 28 gennaio del 1077, rimase inginocchiato fuori dalle mura per tre giorni e tre notti; alla fine fu ricevuto dal Papa e perdonato, ma solo grazie all’intercessione di una donna: la Granduchessa Matilde di Canossa.
Donna di primissimo piano nella storia del Medioevo, Matilde di Canossa era una fervida religiosa, l’unica erede di un vastissimo feudo a nord degli Stati della Chiesa; pur essendo imparentata con l’imperatore Enrico IV, Matilde decise di abbandonare i propri interessi politici ed economici per inseguire i propri principi religiosi e per tutta la vita appoggiò il Papa.
Cuore del feudo era il castello di Canossa, protetto da roccaforti come il castello di Rossena: maestosa fortezza, rimasta intatta fino ai giorni nostri!
C’è un po’ di Matilde di Canossa in tutte noi donne, condottiere del nostro tempo: lottiamo per i valori in cui crediamo, anteponiamo il cuore e i sentimenti alla ragione e agli interessi. Non è stato facile per Matilde quasi mille anni fa… ma non lo è neppure oggi!
Io sono nata a Reggio Emilia, nelle sue terre, ho frequentato luoghi che portano il suo nome e la prima visita a cui ho assisto è stato ad un suo castello; è stato quindi un onore parlare di lei a Rossena, vestirmi come lei e suscitare interesse nelle persone che hanno assistito alla mia visita. Ringrazio tutti di cuore.